La semplicità di un’idea
Con la prima “Esperienza di vita in comune”, precedentemente denominata “Corso Residenziale di Formazione e di Prevenzione” (giugno 1991), realizzata con i ragazzi dell’I.T.C. “Rampone” di Benevento, la nostra Associazione ha aperto un capitolo nuovo nel modo di intendere e di attuare la prevenzione delle tossicodipendenze, proponendo qualcosa di diverso dai consueti Incontri e Dibattiti, con i quali allora si pensava di fronteggiare l’emergenza.
In verità in quegli anni le persone più impegnate avevano già compreso che le informazioni scientifiche e il confronto tra idee, spesso opposte, non erano sufficienti ad assolvere al grave compito della prevenzione.
Costoro, allora, iniziarono a chiederci di far intervenire nei dibattiti i ragazzi tossicodipendenti residenti in Comunità perché portassero la propria testimonianza.
Il confronto col loro vissuto lo abbiamo considerato con rispetto, ritenendolo positivo nel cammino di approfondimento della problematica e in grado di aiutare i giovani a divenire più coscienti del drammatico pericolo – droga, ma insufficiente a determinare quella formazione necessaria per un’efficace opera preventiva.
Quando poi nell’anno scolastico 1990/91 abbiamo istituito il primo “Gruppo di Ascolto” presso l’ITC “Rampone” di Benevento, svolgendo un lavoro continuativo e coinvolgendo in pieno i ragazzi partecipanti, eravamo sicuri di aver intrapreso una strada migliore perché avevamo realizzato una condizione operativa nella quale l’attività di prevenzione coincideva con il processo formativo – educativo dei giovani.
A coronamento dell’ attività del Gruppo di Ascolto, il Progetto prevedeva un “Corso Residenziale di Formazione e di Prevenzione” (ora denominato “Esperienza di vita in comune”) della durata di dieci giorni.
Il Corso Residenziale, realizzato nel giugno del 1991 presso il Casolare “Santa Margherita” di Circello (Bn), da tutti fu valutato positivamente ancor più del Gruppo di Ascolto e considerato un elemento innovativo nell’ambito della prevenzione.
Era nato qualcosa di nuovo e di coinvolgente, più incisivo degli stessi Gruppi di Ascolto.
Le “Esperienze di vita in comune”, infatti, attuate in una cornice di vita comunitaria, si sono affermate come valido strumento pedagogico per una crescita personale e di gruppo, nelle quali l’aspetto informativo sulle tossicodipendenze e il contatto con i ragazzi delle comunità risultano elementi assolutamente marginali.
L’idea così semplice e così originale di utilizzare il modello educativo delle Comunità anche nel campo preventivo, adattandolo ovviamente alle mutate esigenze rispetto a quelle dei ragazzi tossicodipendenti, ha dimostrato in questi quindici anni una validità e una fecondità insospettabili.
Molti dei giovani che partecipano alle “Esperienze di vita in comune” fanno parte dei Gruppi di Ascolto da noi attivati in diversi Istituti della Regione oppure frequentano i vari Centri della nostra Associazione. Pur tuttavia ci sembra che siano un elemento oggi insostituibile nella nostra metodologia in campo formativo e preventivo, in grado di dare uno spessore qualitativamente diverso rispetto alle altre iniziative e attività che svolgiamo in questo settore.
L’obiettivo principale è quello di far fare un’esperienza concreta di condivisione, di amicizia e di responsabilità, di attenzione e rispetto delle persone, di come si possano affrontare e superare le condizioni di disagio di ciascuno, prima che queste possano condurre a situazioni di devianza.
E’ un’esperienza valida e importante che consigliamo quindi a tutti, e non solo ai giovani. Il disagio, infatti, da vissuto interiore, percepito come confusione, incertezza, incomprensione, perdita di punti di riferimento, mancanza di senso, incapacità di fare delle scelte e di assumersi delle responsabilità, può condurre a comportamenti devianti non solo i giovani ma anche gli adulti.
Rivolgendo quindi la nostra attenzione al problema del disagio ed educando in particolare i giovani ad affrontarlo col dialogo, offriamo il nostro fattivo contributo nel prevenire le devianze.
Il nostro apporto è oggi ancor più necessario in quanto il dilagare del disagio tra i giovani e il tragico sbocco nella tossicodipendenza ha assunto i connotati di un problema di massa che investe tutti i settori della condizione giovanile.
Ognuno però faccia la propria parte.
La gravità della situazione richiede infatti la capacità di unire e armonizzare gli sforzi di tutti (educatori, operatori, volontari e gli stessi giovani), per sviluppare nei giovani capacità operative e relazionali in grado di contenere e ribaltare le condizioni di disagio.
Le nostre “Esperienze di vita in comune”, finalizzate a far riflettere sulle problematiche esistenziali, relazionali e sociali dei giovani nonché a sviluppare le proprie capacità relazionali, sono rivolti anche agli operatori e agli educatori impegnati su questo fronte.
La partecipazione alle “Esperienze” degli “addetti ai lavori” potrebbe risultare molto utile per il loro benessere personale ed anche per la loro attività professionale.
Infatti l’obiettivo di organizzare un lavoro di rete sul territorio e di avviare efficaci sinergie nell’intervento di prevenzione può essere realizzato solo se anche i volontari, gli operatori pubblici, i genitori e gli educatori, attraverso l’attività formativa, avranno perseguito i seguenti risultati:
- una maggiore e più matura capacità di relazionarsi tra loro e coi giovani;
- un aumentato grado di competenza nella gestione dei conflitti e nell’uso al positivo della loro dinamica.
Per raggiungere tali obiettivi abbiamo ritenuto necessario attuare una metodologia fondata sul forte coinvolgimento dei partecipanti nel vivo dell’esperienza di condivisione e di comunicazione in Comunità.
P. Vittorio Balzarano
Presidente “Casa nel Sole”